Egitto mai visto. Le dimore eterne di Assiut e Gebelein
Curatori: |
Elvira D’Amicone, Massimiliana Pozzi Battaglia
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Sede: |
Forlì, Musei San Domenico
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Enti organizzatori: |
Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Comune di Forlì in collaborazione con Soprintendenza Archeologica del Piemonte e delle Antichità Egizie, Museo Antichità Egizie di Torino, Società Cooperativa Archeologica, Civita Servizi
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Periodo: |
11 settembre 2010 – 9 gennaio 2011
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Orari: |
martedì – venerdì 9.30 – 17.30, sabato e domenica 10 – 18
(la biglietteria chiude 30 minuti prima), lunedì chiuso
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Ingresso: |
intero 9 euro, ridotto 7 euro (over 65 anni, categorie convenzionate, residenti nella provincia di Forlì-Cesena, gruppi superiori alle 15 unità), ridotto speciale 4 euro (minori di 18 anni, studenti scuole primarie e secondarie), gratuito (bambini sotto i 6 anni, un accompagnatore per gruppo, due accompagnatori per scolaresca, portatori di handicap con un accompagnatore, giornalisti con tesserino) |
La mostra, allestita nelle sale al piano terra dei Musei San Domenico, presenta 400 straordinari reperti, datati intorno al 2000 a.C., scoperti dal grande egittologo Ernesto Schiaparelli nelle necropoli di Assiut e Gebelein e premurosamente conservati per un secolo nei depositi del Museo Egizio di Torino. Nei primi anni del ‘900 Ernesto Schiaparelli (1856 – 1928) era il direttore del Museo Egizio di Torino e della Missione Archeologica Italiana, impegnata nelle campagne di scavo nella valle del Nilo. L’esplorazione scientifica era ormai subentrata alla ricerca dei collezionisti e stava portando alla luce nuovi contesti come quelli delle comunità neolitiche che avevano preceduto l’età delle piramidi. Erano impegnate in Egitto le maggiori potenze europee e gli Stati Uniti, ma uno straordinario apporto alle nuove scoperte scientifiche è dovuto proprio alla missione italiana, nonostante la scarsa dotazione di mezzi di cui disponeva nel contesto politico e sociale postunitario. Nelle necropoli di Assiut e Gebelein la Missione aveva portato alla luce straordinarie sepolture, ricche di testimonianze della vita sociale e del contesto culturale di una provincia del Medio Egitto fra il 2100-1900 a.C. Oggi a distanza di quasi 100 anni, dopo un accurato lavoro di studio e di restauro, è finalmente possibile per tutti rivivere l’esperienza e le emozioni di quelle straordinarie scoperte, effettuate fra il 1908 e il 1920 dalla Missione Archeologica Italiana.
Per ulteriori informazioni: www.civita.it
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