L’Italia s’è desta: 1945-1953. Arte italiana del secondo dopoguerra, da De Chirico a Guttuso, da Fontana a Burri
Curatore: |
Claudio Spadoni
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Sede: |
Museo d'Arte della città di Ravenna
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Enti organizzatori: |
Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, Museo d’Arte della città
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Periodo: |
13 febbraio - 26 giugno 2011
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Orari: |
fino al 31 marzo: martedì - venerdì 9 - 18, sabato e domenica 9 - 19
dall’1 aprile: martedì-giovedì 9 - 18, venerdì 9 - 21, sabato e domenica 9 - 19
lunedì chiuso
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Ingresso: |
intero 8 euro, ridotto 6 euro, studenti Accademia e Università e insegnanti 4 euro |
Arte italiana tra il 1945 e il 1953, ovvero gli otto anni in cui davvero l’Italia s’è desta, il tempo più vivace, magmatico, contrastato di tutto il nostro Novecento. La mostra ha l’ambizione di ricostruire tutte le diverse fasi delle vicende artistiche dalla fine del secondo conflitto mondiale alla grande mostra di Picasso in Italia del 1953, a Roma e poi a Milano, che, per molti aspetti, segna uno spartiacque fra il dopoguerra del rinnovamento, dei dibattiti culturali, della costituzione di gruppi e movimenti e la seconda parte degli anni Cinquanta. Per la prima volta verrà offerto un quadro complessivo di quelle stagioni cruciali della storia artistica italiana. Dalle opere ultime, eppure spesso sorprendentemente felici, dei grandi protagonisti della prima metà del secolo, Morandi, De Pisis, Balla, Carrà, Casorati, De Chirico, Martini e Manzù, maestri non ancora scomparsi, all’infatuazione Neocubista, legata alla figura di Pablo Picasso, con artisti di primissimo piano come Guttuso, Leoncillo, Morlotti, Pizzinato, fino al Realismo di Peverelli, Testori, Sassu, Zigaina. Quasi contemporaneamente l’esigenza di coalizzarsi in gruppi veniva espressa dal Fronte Nuovo delle Arti, con artisti come Birolli, Guttuso, Leoncillo, Morlotti, Pizzinato oltre a Levi, Santomaso, Vedova, Viani, che ebbe la consacrazione alla Biennale del 1948. In ambito romano nel 1947 nascevano Forma 1, ovvero il gruppo astratto votato a Balla, a Kandinskij, a Matisse, con artisti come Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo, Turcato e nel 1950 Gruppo Origine con Ballocco, Burri, Capogrossi, Colla. Intanto Fontana nel 1947 dava vita allo Spazialismo insieme a Crippa e Dova; l’anno dopo, nel 1948, sempre nel contesto milanese ricco di fermenti, nasceva il MAC Movimento Arte Concreta, composto fra gli altri da Dorfles, Munari, Radice, Reggiani, Sottsass. Ne 1952 Baj, Colombo, Dangelo sottoscrivevano il Manifesto della pittura Nucleare; nello stesso anno Lionello Venturi presentava il Gruppo degli Otto, con Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova, con la formula dell’Astratto Concreto. Un particolare risalto viene dedicato anche a coloro che portarono avanti ricerche personalissime come Alberto Burri, Carol Rama, Luigi Spazzapan, Antonio Zoran Music, Tancredi e alcuni giovani bolognesi come Romiti, Bendini, Vacchi, figure sostanzialmente isolate rispetto ai gruppi ufficiali.
Pur concentrata sull’arte, la rivisitazione degli otto anni che traghettarono l’Italia alla contemporaneità trova in mostra esempi di intersezioni con le altre arti, dal cinema del Neorealismo all’architettura. In un proteiforme mosaico che nella diversità e dissonanza delle sue tessere compone l’immagine estremamente composita di una Italia nuova.
Per ulteriori informazioni: www.museocitta.ra.it
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